Manifesto associativo

Con la recente messa a regime del PNRR è iniziata, di fatto, una nuova fase storica per il nostro Paese e per l’Europa tutta. 

Tutte le “Missioni” del piano di NEXT GEN, infatti, sono finalizzate, in questo primo scorcio di secolo, alla ricostruzione del tessuto socioeconomico e del senso di appartenenza al genere umano, elementi questi ultimi messi in profonda discussione dagli effetti negativi globali della pandemia, della rivoluzione digitale e dal cambiamento climatico. 

Di conseguenza, diviene imprescindibile per i costruttori di futuro, soprattutto per quelli delle nuove generazioni, iniziare a coltivare specifici talenti, tra cui la capacità di saper tracciare rotte innovative e dare un diverso senso a un dopo che si preannuncia intriso di discontinuità e incertezze, derivanti perlopiù dalle crisi ambientali, climatiche, sanitarie, tecnologiche e socioeconomiche, che hanno avuto origine in scelte effettuate nel secolo passato.

Senso e rotta che potranno trovare compiutezza grazie, ma non solo, alle strategie di transizione digitale e ambientale che permeano tutti i progetti previsti dal PNRR per il prossimo quinquennio.

Le nuove generazioni di costruttori di futuro, di conseguenza, avranno l’opportunità di essere protagonisti di una nuova fase di sviluppo, che avrà come ricaduta immediata la necessità di riprogettare e ripensare totalmente l’abitare urbano e socioeconomico, in cui l’approccio SMART sarà predominante: Smart Cities, Smart Working, Smart Living, Smart Logistic, ecc..

In quest’ottica le competenze nozionistiche tradizionali, collocate in rigidi scomparti settoriali, non saranno più sufficienti

Al pari di quanto accadde per il Bauhaus agli inizi del ‘900, anche in questa fase storica di inizio secolo/millennio, l’interdisciplinarietà sarà fondamentale per poter sfruttare al meglio le potenzialità derivanti dalla “Rivoluzione Digitale”, da “Industria 4.0” e dalle “Intelligenze Artificiali”, ma anche dall’”Economia Circolare” e dalla “Space Economy”, oltre che dal nuovo paradigma sociale del “Prendersi Cura”.

Non è un caso, infatti, che la Commissione Europea abbia lanciato il NUOVO BAUHAUS EUROPEO, un'iniziativa creativa e interdisciplinare che mira a riunire in un unico spazio di incontro le diverse istanze per progettare futuri modi di vivere. Uno “spazio” situato al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia, ma anche un “processo” finalizzato a portare il “Green Deal” nei nostri luoghi di vita e che richiede uno sforzo collettivo per immaginare e costruire un futuro sostenibile, inclusivo e bello per il cuore e per la mente.

Un nuovo mindset progettuale che, nella nuova accezione europea, deve essere inteso come spazi inclusivi e accessibili, in cui il dialogo tra diverse culture, discipline, generi ed età diventi un'opportunità per immaginare un luogo migliore per tutti. Significa anche un'economia più inclusiva, in cui la ricchezza è distribuita e gli spazi sono accessibili; ma che non dimentichi di inglobare anche soluzioni sostenibili che creino un dialogo tra il nostro ambiente edificato e gli ecosistemi del pianeta, ossia disegnare approcci rigenerativi ispirati ai cicli naturali che ricostituiscano le risorse e proteggano la biodiversità. Da intendersi, infine, come esperienze che arricchiscono, rispondendo ad esigenze che vanno al di là della dimensione materiale, ispirate alla creatività, all'arte e alla cultura, apprezzando la diversità come un'opportunità, per imparare gli uni dagli altri.

Per poter raggiungere concretamente gli obiettivi delineati dal Bauhaus europeo, sarà strategico, perciò, formare le nuove generazioni a una diversa forma mentis olistica, che dovrà integrare, alle competenze tradizionali, anche quelle digitali, etiche, filosofiche, sociali, tecnologiche, comportamentali, ecosistemiche, artistiche.

Ma sarà altrettanto strategico inserire la cultura del “Made in Italy” all’interno di tutto il substrato tecnologico e digitale presente in questo cambiamento, ad oggi predominio assoluto del modello culturale della “Silicon Valley”. Si tratta, cioè, di valorizzare il talento italiano anche in quegli aspetti che, apparentemente, sono il punto di forza di ingegneri, informatici e matematici.

E ciò potrà essere fatto tenendo in considerazione le potenzialità che le tecnologie digitali e di industria 4.0 posso portare ai c.d. “territori periferici” (rispetto al mainstrem della Silicon Valley), dove, negli scenari di smart working post pandemia, diviene effettivamente possibile realizzare delle nuove “terre del benessere e della bellezza". Elemento quest’ultimo in cui l’Italia in particolare potrebbe assumere, indubbiamente, un ruolo di leadership, guidando lo sviluppo di un nuovo filone culturale e paradigmatico, sia a livello fisico che spirituale.

Ed è in quest’ottica che l’Associazione culturale “Eligere Futuro” ha scelto di essere protagonista del cambiamento: scegliendo come scopo sociale quello di fornire alle nuove generazioni di costruttori di futuro – nelle diverse accezioni e molteplici declinazioni in cui questi ultimi possono essere intesi – Academy digitali specialistiche per acquisire le informazioni, le competenze interdisciplinari e la consapevolezza olistica non presente nei percorsi educativi e dell’istruzione, sia essa superiore, universitaria o professionale. Academy che abbiano il chiaro obiettivo sociale di educare le nuove generazioni a governare il cambiamento e non, invece, ad esserne succubi.

Ed è per questo che ogni Academy che sarà implementata dall’Associazione avrà un’unica “bussola” culturale, basata su 5 “visioni” del futuro, che costituiranno i “punti cardinali” dei nuovi “orizzonti”, fondamentali per la costruzione organica al progetto sociale dei contenuti dal punto di vista editoriale:

  1. INNOVAZIONE: Quali competenze sono necessarie per essere protagonisti del cambiamento e come si modifica il ruolo del costruttore di futuro: esplorare, sperimentare, interconnettere.
     
  2. CONTAMINAZIONE: Le interazioni interdisciplinari e multidisciplinari: il modello Bauhaus 4.o e il rapporto con le “hard/soft skill”, nella logica della creatività “out of the box” tipica del “Made in Italy”.
     
  3. TECNOLOGIA: Smart Cities e Intelligenze Artificiali: come cambia la società “liquida” nelle forme del vivere e dell’abitare le città e il territorio, dove la globalizzazione tecnologica è potenzialmente generatrice di nuove vicinanze spazio-economico-sociali-digitali.
     
  4. CONFINI: dove il futuro è già oggi, ma non tra noi, non sul nostro pianeta, non nella nostra atmosfera, non nel nostro corpo. E dove il perimetro dell’etica richiede nuove bussole per tracciare percorsi ancora inesplorati.
     
  5. FUTURO: scegliere come organizzare il proprio ruolo nella costanza del mutamento e nella certezza di nessuna certezza. Come fare del cambiamento il proprio punto di forza, dell’indeterminatezza il proprio cavallo di battaglia.

Infine, il secondo dei pilastri fondamentali per implementare le Academy, dovendo esplorare un sapere interdisciplinare sul modello del Bauhaus Europeo e, nei fatti, elaborare un nuovo mindset ancora tutto in via di definizione, sarà quello del pieno coinvolgimento delle nuove generazioni nella strutturazione dei contenuti.

Non sarà, perciò, un classico modello tradizionale di piattaforma di e-learning di tipo “passivo”, in cui un limitato numero di docenti, più o meno accreditati accademicamente o dalla fama professionale, faranno “lezione” alle nuove generazioni.

Sarà, invece, un percorso partecipato e dinamico in cui, sotto il coordinamento dell’Associazione, verrà dato spazio a chiunque sia in grado di realizzare dei veri e propri “dialoghi” interdisciplinari con i soggetti in grado di portare innovazione e contaminazione del sapere progettuale, secondo le 5 “visioni” del futuro: Innovazione; Contaminazione; Tecnologia; Confini; Futuro.

Dialoghi che si potranno realizzare grazie alle tecnologie di streaming attuali, conosciute e utilizzate durante la pandemia (Zoom, Meet, Teams, Skype, ecc.), con le quali interagire con uno o più soggetti in grado di contaminare i saperi tradizionali, sia dal punto di vista concettuale/paradigmatico, ma anche pratico, di realizzazione e di sperimentazione concreta; oppure, anche raccontando di un futuro che inizia a mettere le sue radici nel nostro e altrui quotidiano.

Ma non solo dialoghi, ma anche sviluppo di veri e propri “cenacoli”, in cui eventi tematici - verticali od orizzontali - vengano discussi e messi a confronto tra soggetti di diversa estrazione, ruolo, cultura, appartenenza.

Tutte le registrazioni di “dialoghi” o di “cenacoli” potranno essere proposte da chiunque sia interessato, anche se non professionista di settore, e vagliate dall’Associazione: se ritenute conformi allo spirito del Manifesto dell’Academy, si provvederà al loro caricamento sulla piattaforma digitale e alla loro conseguente messa a disposizione, gratuitamente, al più vasto pubblico possibile.